Nato a Bonate Sotto (BG) il 4 ottobre 1931, fu ordinato sacerdote nel 1958, dopo aver svolto nella Casa di Bologna S. Luca, come é tradizione per i Salesiani, un intenso tirocinio pratico come educatore ed insegnante ad adolescenti.
Successivamente, questa pratica educativa divenne più complessa e difficile: infatti dal 1958 al 1968, lavorò c/o il Centro salesiano di Arese tra i giovani in difficoltà ed iniziò la sua formazione psicologica, conseguendo prima una laurea in Filosofia c/o l’Università Cattolica del Sacro Cuore (Milano,1962) e concludendovi poi una specializzazione in Psicologia (1965).
Aderendo all’esigenza, tipica della sua Congregazione, della pratica educativa con i giovani in difficoltà, per promuoverne anche lo studio e la cura pedagogica, ad Arese (MI) organizzò e diresse l’”Istituto Psicoclinico e di Orientamento professionale” mettendo in seguito a disposizione la competenza acquisita anche ad altri ambiti esterni all’Istituto.
Seguendo l’ispirazione di Centri COSPES , che dagli anni sessanta del secolo scorso, avevano la finalità di diffondere una cultura dell’orientamento, istituì nel 1968 a Milano dove era stato trasferito il “Centro psico–pedagogico per l’orientamento scolastico e professionale”.
Nel nuovo Centro, don Bruno iniziò a raccogliere diversi colleghi laici che, in équipe con lui, svilupparono a poco a poco i profili professionali necessari a rispondere alle esigenze del Centro: psicodiagnostiche, psicopedagogiche, psicoterapeutiche e formative. L’èquipe crebbe e si specificò sempre più fino alla sua morte, tanto da continuare ad essere pienamente operativa a tutt’oggi, grazie anche al suo ricordo e alla sua capacità di intuire e valorizzare le competenze di tutti.
La passione con cui don Bruno affrontava il lavoro psicologico e la direzione del Centro, non lo distolse certo anche da altri ambiti dove esercitare la propria vocazione di sacerdote salesiano. Vogliamo qui brevemente ricordare:
- Il suo impegno come co-fondatore e propulsore dell’ ”Operazione Mato Grosso”.
Nel 1967, nella prima “spedizione” di questo gruppo giovanile passò circa sei mesi c/o la tribù degli Xavantes in Mato Grosso, contribuendo con due suoi confratelli (B. Giaccaria e A. Heide) alla pubblicazione di “Auwe Uptabi”, testo che descriveva la vita di questo popolo. Questa opera (S.E.I. 1971) venne valorizzata da C. Levy-Strauss che ne stese una bella presentazione.
L’”Operazione Mato Grosso”, nata inizialmente come gruppo di giovani nel 1967, divenne a poco a poco una realtà significativa nell’ambito dell’associazionismo giovanile, grazie all’organizzazione di numerosi progetti in America Latina realizzati da giovani o da famiglie, che – in autonomia o in collaborazione con missionari salesiani e non – offrono ormai in quattro stati latino-americani un aiuto in ambito educativo, sanitario e sociale alle popolazioni più povere di quei paesi.
Grazie alla tensione tuttora molto viva in questo movimento, tra le necessità oggettive da realizzare nell’aiuto ai poveri, e quelle soggettive di una personale preparazione per arricchire la propria disponibilità verso gli altri, la presenza di un sacerdote educatore adulto è stata, e continua ad essere fondamentale per la formazione spirituale o morale non solo di giovani, ma anche di adulti che volevano ( e vogliono) attuare progetti di vita decisamente coraggiosi. - La sua attività didattica, spesa in diversi ambiti.
Don Bruno ha sempre amato l’insegnamento attivo, fin da quando era professore di scuola media dei “ragazzi difficili” di Arese.
Una volta conclusi gli studi accademici per diventare psicologo, si prodigò con grande generosità alla divulgazione scientifica di questo tipo di sapere, che poteva assicurare un apporto di evangelizzazione ed umanizzazione in diversi ambiti.
Dal 1962 al 1970 tenne lezioni di psicologia della famiglia c/o l’Istituto “La Casa” a Milano e di psicologia psicodinamica c/o le scuole infermieristiche dell’ Ospedale di Desio e dell’Ospedale “S. Carlo” di Milano e c/o gli Istituti Clinici di Perfezionamento del Policlinico a Milano.
Dal 1970 al 2006 fu docente di psicologia della religione c/o l’Istituto Lombardo di Pastorale dell’Istituto di Scienze Religiose di c.so Venezia a Milano.
Nella docenza a contratto, stipulata dal 1992 al 2003 con l’Università Cattolica del “Sacro Cuore” a Milano, per “Metodologia della Ricerca nei Processi Formativi”, don Bruno poté insegnare a tanti giovani le molte opinioni che si era fatto sull’uomo, sugli adolescenti, sul come impostare una cura pedagogica e su come personalizzare i processi educativi.
In questo ambito, grazie al suo desiderio di una pedagogia piena di segni efficaci, promosse con alcuni dei suoi allievi universitari dei viaggi di istruzione alla periferia di Nairobi (Kenya) nella ricerca di testimonianze su come rendere possibile l’educazione, anche là dove sembrano mancare i presupposti per realizzarla. - L’aiuto al cappellano del carcere c/o la casa circondariale di Via Filangieri, 2 (S. Vittore).
Il suo emozionarsi profondamente davanti al dolore degli altri e il suo desiderio di estendere a tutti “il cuore” di don Bosco (che si era speso anche a favore dei carcerati), lo conduceva a dare un aiuto al suo amico e confratello don Luigi Melesi, nel suo infaticabile lavoro di evangelizzazione ed umanizzazione di un luogo in cui il conforto e la consolazione che possono derivare dalla saggezza cristiana, sono tanto ardui, quanto necessari.
Raccontava con reticenza, ma con grande profondità le sue esperienze di aiuto a don Luigi (nelle confessioni, nelle Messe, nell’accogliere i racconti di persone molto sofferenti) e prendeva spunto da questa sua esperienza così forte per comunicarci l’importanza di un ascolto rispettoso, come disponibilità mai sufficientemente affinata nella professione psicologica e psicoterapica